28 Feb 2020 - XR Italia
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I tempi stanno cambiando.
Grandi notizie dalla Gran Bretagna: il tribunale di appello ha bloccato la costruzione della terza pista di Heathrow in quanto va contro la dichiarazione di emergenza climatica adottata dal governo inglese e non permette al paese di rispettare gli obiettivi di Parigi. Il governo UK ha fatto sapere che accetterà la decisione della corte. La notizia relativa all’aeroporto di Heathrow è particolarmente significativa, perché nell’ordinamento giuridico inglese (common law) le sentenze fanno giurisprudenza e quindi questa potrebbe essere solo la prima di una serie di sentenze analoghe.
Oggi vogliamo fermarci un attimo e riflettere su questo storico provvedimento, e su ciò che esso significa. Il business as usual non ha un futuro su questo Pianeta. Quale segnale più grande potremmo aspettare se non l’annullamento di un iconico progetto infrastrutturale come la terza pista di Heathrow?
La scelta fatta questa mattina avrà conseguenze di vasta portata e l’impatto sarà avvertito dalle generazioni future. Questo è un segnale di cambiamento per tutti noi che ci siamo sentiti impotenti di fronte all’emergenza ecologica e climatica. Il 2020 sta iniziando a mostrarci ciò che è possibile - quando ci riuniamo, diciamo la verità e agiamo su di essa.
Oggi vogliamo soffermarci su questo successo, a cui XR UK ha contribuito, in quanto aderente al “Movimento di movimenti” che si è opposto fin dall’inizio all’ampliamento dell’aeroporto di Heathrow, e lo facciamo traducendo una riflessione di Rob Hopkins, fondatore del movimento delle Transition Town:
“Di oggi la notizia - assolutamente meravigliosa - della bocciatura da parte del tribunale di appello del progetto di terza pista dell’aeroporto di Heathrow in quanto non coerente con l’accordo di Parigi. Questa bocciatura si colloca in un contesto in cui sono stati bloccati anche gli ampliamenti degli aeroporti di Bristol e Stansted, in cui è stato proibito il fracking e in cui sono stati cancellati alcuni grandi progetti di estrazione di combustibili fossili.
Mi frulla in testa un’idea: se questo fosse questo il punto di non ritorno, se stessimo vivendo il punto di svolta proprio adesso?
I punti di svolta hanno questo in comune, che non si riconoscono se non a posteriori. Si vedono solo nello specchio posteriore. E se stessimo vivendo il punto di svolta dell’attivismo climatico proprio in questo momento?
La maggior parte di noi negli ultimi anni di attivismo si è sentito come Sisifo, a spingere un masso in cima a una montagna. Stiamo spingendo contro la gravità della nostra cultura, delle sue narrazioni dominanti, della sua pubblicità, del suo senso della normalità, della sua politica, delle sue scelte di investimento… Come lo era per Sisifo, è una battaglia solitario, estenuante e apparentemente inutile.
Ma un altro tratto distintivo dello spingere un masso in cima a una montagna è che mentre lo fai sei talmente assorbito dalla fatica che ti è impossibile immaginare come potrebbe essere dall’altra parte della montagna, avendo la gravità dalla tua parte.
Ma immagina per un istante che questa decisione costituisca proprio il punto di svolta.
Adesso potrebbe essere il momento a partire dal quale non sono più possibili tutti i nuovi grandi progetti che comportano un aumento delle emissioni di carbonio. I comuni dichiarano emergenza climatica e fanno a gara per diventare la prima città a zero emissioni di carbonio. Gli investimenti stanno rapidamente allontanando dai combustibili fossili con la motivazione che “i combustibili fossili sono il nuovo tabacco”.
È abbastanza probabile che questi, e molti altri cambiamenti a cui assistiamo, significhino che stiamo per ritrovarci in un mondo molto diverso, in cui la politica e la finanza siano al servizio di una rapida transizione ecologica, in cui la cultura e la narrazione di ciò che è normale sia in rapida evoluzione, dove il consenso sociale a prendere l’aereo e mettere in atto altri comportamenti altamente climalteranti sia in repentino declino. Mentre si sale la montagna, tutto questo è inimmaginabile. Ma un giorno potremmo guardare indietro a oggi come a quel punto di non ritorno. E quando che saremo in discesa, con la gravità dalla nostra parte, sebbene ci saranno ancora momenti in cui ci sentiremo senza speranza, sarà una sensazione qualitativamente diversa.
Facciamo sì che sia oggi quel punto di svolta.”
Ognuno deve fare la sua parte. Join the Rebellion!