Considerazioni critiche sulla consultazione online sulle norme di rimodulazione dei Sussidi Ambientali Dannosi

Un primo tenero passo verso la democrazia partecipativa?

30 Aug 2020 - XR Italia
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Potremmo partire con una riflessione sul concetto di democrazia

L’Italia sembra aver iniziato il percorso per abbandonare finalmente i sussidi dannosi per il clima e la vita. Dalla fine di luglio, infatti, sul sito del Ministero dell’ambiente è cominciata la consultazione online di cittadini, cittadine e imprese sul lavoro svolto dalla Commissione interministeriale per lo studio e l’elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD). Chiunque potrà contribuire alle consultazioni, che si chiuderanno a fine agosto, in modo da trasformare le proposte in articoli da inserire nella prossima legge di bilancio. Da venerdì 31 luglio a giovedì 27 agosto 2020.

Sviluppare “un ampio percorso di partecipazione democratica con il pieno coinvolgimento delle parti sociali, degli enti locali, delle comunità coinvolte, delle associazioni e dei movimenti impegnati nell’azione per il clima, delle università e dei ricercatori”.

Su queste basi, la Commissione ha avviato un primo ciclo di consultazioni coinvolgendo i diretti destinatari delle misure di rimodulazione (qui è consultabile l’elenco dei soggetti auditi) e, alla luce di tali audizioni, ha provveduto a rimodulare sei sussidi dannosi per gli esseri umani e per il clima. Per completare questo primo impegno, la Commissione ha ritenuto di procedere ora ad un secondo ciclo di pubbliche consultazioni, aperte a tutti.

Ambiente. Quanto ci Costa?

Con il maggiore gettito derivante dall’abolizione di alcune accise ridotte si finanzierà il credito di imposta alle imprese impattate, limitatamente alle spese in efficentamento: logica “a saldo zero”

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Urgenti riforme per bilanciare l’impatto ambientale dell’industria con il beneficio collettivo di un ambiente più vivibile sono attese da una platea sempre più vasta di cittadini.

Il crescente impatto economico di una gestione dell’ambiente naturale tutta sbilanciata a favore della competitività industriale si fa sentire sempre più pesantemente sul bilancio della sanità (tumori, disabilità, epidemie), dell’agricoltura (tempeste, siccità, allagamenti, grandine, contaminazione delle acque, parassiti) e delle infrastrutture (alluvioni, frane, crolli) rendendo inconsistente la retorica del “saldo zero” con la quale la consultazione è stata presentata.

Queste calamità lasciano cicatrici insopportabili nelle nostre famiglie e nelle nostre terre, rendono la vita impossibile ai più vulnerabili che una società degna di questo nome dovrebbe sostenere, non lasciare indietro.

Il benessere di pochi fortunatissimi lo stiamo già pagando tutti, ogni giorno più salato, qualcuno più di altri.

In questo contesto di collasso ambientale e sociale si inquadra la consultazione indetta lo scorso 31 luglio dal Ministero dell’Ambiente: i cittadini sono stati chiamati a esprimersi a proposito dei Sussidi Ambientalmente Dannosi, eredità di benefici elargiti in tempi non sospetti a sostegno economico delle categorie più diverse.

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Credits: Andrew Dockery on Twitter, l’uragano Laura si abbatte nel Golfo del Messico con venti fino a 120mph

Ok, ma la presenza dei cittadini è abbastastanza forte e rilevante alla consultazione?

La notizia che il Ministero dell’Ambiente ha offerto ai cittadini questa opportunità di partecipazione non sembra che sia stata diffusa adeguatamente, a giudicare dalla risposta della stampa generalista.

Questo getta un’ombra sulla effettiva volontà di includere la cittadinanza nelle decisioni, esponendo il governo agli stessi sentimenti critici che hanno portato alla nascita di movimenti come i gilet gialli.

Se è possibile imparare qualcosa dai propri errori, non occorre necessariamente passare attraverso blocchi stradali, cassonetti incendiati e gas lacrimogeni per arrivare a convocare un’assemblea di cittadini come la Convention citoyenne pour la transition écologique. La violenza non porta a niente.

Un testo scritto in linguaggio “aderenziale e desemplicizzato”.

Un testo della consultazione semplificato e contestualizzato avrebbe permesso anche ai non-addetti-ai-lavori una effettiva partecipazione consapevole e informata, invece il linguaggio gergale e l’assenza di termini di paragone rendono difficile formarsi un’opinione senza ulteriori ricerche nella stampa specializzata, stampa che però riporta la notizia solo perché è portavoce di una categoria impattata dalla riforma, quindi la riporta in termini negativi.

Sotto il profilo strettamente tecnico-informatico, accedere alla modulistica non è stato possibile da dispositivo mobile perché le tabelle da compilare - 6, rivelatesi tutte identiche tra loro - si trovano in altrettanti documenti “zippati” che non si possono estrarre senza un computer.

Al cittadino che non è provvisto di un computer - perché non può permetterselo o perché è in vacanza - è preclusa la partecipazione perché non può assegnare al proprio contributo il formato elettronico scelto per la consultazione: una tabella debitamente compilata in un file di testo allegato a un email indirizzata alla casella dedicata (di certo chi veramente vuole fare un sondaggio si serve di mezzi diversi).

Ai nostri delegati chiediamo una Grande Accelerazione.

L’investimento netto del Ministero dell’Ambiente in questo programma di sostegno alla transizione (0.00€) è misura concreta e impietosa del cambiamento di passo necessario.

Con buona pace del signor Ministro Costa, i fatti parlano da sé: le iniziative che contano sono assegnate ai ministeri che contano, ai quali sono assegnate risorse adeguate anche sotto il profilo del budget.

Al ritmo di questo primo timido intervento (0,53 miliardi in 10 anni) ci vorranno 300 anni per eliminare 16,1 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Dannosi ai combustibili fossili: per questo occorre includere nel programma fin da subito i grandi inquinatori come autotrasporto e centrali elettriche, esentati dalla riforma ma assegnatari della maggior parte dei SAD.

Infine, trattati internazionali anacronistici che esentano dalle accise aviazione e shipping attualmente non sono inclusi in alcun progetto di riduzione del nostro impatto ambientale e vanno rinegoziati urgentemente, perché è necessario mettere in discussione fino a che punto il supporto all’industria della mobilità internazionale di persone e merci sia compatibile con il crescente costo economico del collasso ecologico e sociale.

Nella sua terza richiesta Extinction Rebellion, propone la costituzione di Assemblee Cittadine volte a colmare il fallimento delle istituzione nella prevenzione della sesta estinzione di massa e della crisi climatica. Crediamo che le decisioni politiche debbano aver conto di ogni strato sociale e minoranza etnica, mettendo fine al paradigma che ci ha perseguitato per tutti questi anni e ci ha spinti sull’orlo del baratro.