#TheActivist: Alexandria Villaseñor

fondatrice di Earth Uprising

24 Jan 2021 - Domenico Barbato
XR Magazine Società



Credits: Federico De Cicco

#TheActivist è la rubrica di XR Magazine dedicata agli attivisti del nostro tempo. Qui racconteremo della loro battaglia per la giustizia climatica, dei loro obiettivi e dei metodi che hanno trovato per raggiungerli. Se le questioni legate all’ambiente, al clima e alla giustizia sociale stanno via via prendendo il sopravvento nei tavoli dei trattati è perchè persone da tutto il mondo hanno deciso di scendere in campo e far sentire la propria voce. Perchè non importa chi sei o da dove vieni, la lotta per un futuro migliore riguarda anche te.

Alexandria Villaseñor (nata il 18 maggio 2005) è un attivista americana che vive a New York ed è una tra le più giovani organizzatrici di strike per il clima. L’impegno e la costanza della giovane attivista affondano le radici nei suoi studi sui cambiamenti climatici. Infatti era solita frequentare delle lezioni di scienze insieme a sua madre, dove apprendeva i concetti alla base del collasso climatico. 

Alexandria ha assistito ad uno degli eventi più drammatici degli ultimi anni, ovvero gli incendi della California del novembre 2018, durante i quali almeno 100 persone persero la vita. Alexandria si trovava nell’Orange County per una visita ai suoi familiari quando scoppiarono gli incendi; i fumi arrivarono fino all’abitazione dove si trovava, provocandole un forte attacco di asma. L’episodio, che la segnò molto, le fece realizzare la gravità della situazione e di quanto lavoro ci fosse da fare per convincere i leader mondiali ad ascoltare la scienza.

Nel dicembre 2018 ha ascoltato il discorso di Greta Thunberg al congresso sul clima delle Nazioni Unite a Katowice. Ai delegati, la giovanissima attivista aveva detto: “Non siete abbastanza maturi per dire la verità. Lasciate anche questo fardello a noi giovani.” 

Alexandria, poco dopo decise di partecipare allo sciopero, anche se lei e sua madre non avevano grandi aspettative. “Abbiamo riso e riso”, ha detto sua mamma, Hogue. “Questa è New York City: tutti tengono un cartello all’angolo di una strada.” In occasione dello sciopero, Alexandria e sua madre sul loro cartello scrissero semplicemente “School Strike for Climate”, le stesse parole usate da Greta.

Alexandria si era appena seduta sui gradini della sede centrale delle Nazioni Unite quando una guardia le disse di spostarsi. “Si è arrabbiata, e la guardia le ha gentilmente detto che poteva sedersi su una panchina vicina e tenere lì il suo cartello”, ricorda Hogue. 

Ed è proprio su quella panchina che potete trovarla ogni venerdì da allora. Con il vento, con la pioggia o durante un’ondata di gelo, anche quando la temperatura scende sotto lo zero. 

Nel 2019 Alexandria ha fondato Earth Uprising, un’organizzazione che contribuisce a pianificare lo sciopero globale per il clima guidato dagli studenti nella città di New York. Lei e Greta sono diventate amiche online; la settimana dopo il suo arrivo a New York nel 2019, dopo il suo viaggio in barca a vela attraverso l’Atlantico, le due attiviste hanno marciato insieme davanti alla sede dell’ONU. 

Il lavoro di Alexandria è stato fondamentale nell’inspirare la nuova generazione newyorkese alla lotta per un futuro vivibile e un clima stabile. “Se oggi temi come clima, natura e giustizia sociale hanno ricevuto molte attenzioni è proprio grazie all’impegno di giovani attivisti come Alexandria” afferma Ciara Lonergan, sua compagna di scioperi.

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Credits: U.N. Women

Le restrizioni dovute alla pandemia globale da COVID-19 non hanno risparmiato nessuno, e ovviamente nemmeno Alexandria, che è dovuta rimanere a casa come tutti. Eppure la giovane attivista ha colto la sfida e ha trovato nuovi modi di fare attivismo, anche all’interno delle mura casalinghe: 

“Mentre ci ripariamo in casa, dovremmo consumare meno. Possiamo smettere di fare acquisti o acquistare beni di seconda mano. E’ questa la cosiddetta sharing-economy, in cui più persone condividono gli articoli di cui hanno bisogno, quindi meno merce viene prodotta e acquistata. Inoltre, dobbiamo spingere i nostri governi e i leader aziendali a richiedere che i prodotti siano fabbricati in modo sostenibile. Creare prodotti all’infinito, su un pianeta finito, non è possibile. Da quando sono a casa le mie abitudini di consumo sono ovviamente cambiate, perché non viaggio più. Ho trascorso l’ultimo anno e mezzo viaggiando per costruire la mia organizzazione Earth Uprising, ed è stato estenuante e sì, ci sono emissioni con i viaggi. Mi piace stare a casa in questo momento e in realtà non penso che tornerò ai programmi di viaggio che avevo prima. “