Roma: Archiviate 70 denunce per la manifestazione al Ministero dei Trasporti

19 May 2024 - Extinction Rebellion Italia
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Roma, 20/05/2024 - A ottobre avevano bloccato l’ingresso del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti vestiti da Pinocchio: archiviate 70 denunce a Extinction Rebellion. Tra le ragioni della protesta di quel giorno, molte di quelle che hanno portato agli arresti in Liguria. “Dalla Diga di Genova fino al Ponte sullo Stretto: non saranno denunce e fogli di via illegittimi a fermare un popolo che difende la sua terra” commenta Extinction Rebellion.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha disposto l’archiviazione delle denunce di più di settanta attivisti e attiviste di Extinction Rebellion, che il 23 ottobre 2023 avevano occupato l’ingresso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per denunciare le politiche climatiche del governo. «Siamo certamente sollevate da queste archiviazioni» commenta Luca, una delle persone coinvolte. «Fa arrabbiare, tuttavia, che io abbia ancora un foglio di via da Roma per delle denunce pretestuose, che sono state archiviate, mentre diversi esponenti politici vengano coinvolti in inchieste pesantissime che riguardano grandi infrastrutture di questo paese, come sta accendo in Liguria, e vengano difesi dal governo a mezzo stampa».

Quel 23 ottobre, il ministero si era svegliato con un grande striscione verde con scritto “Crisi climatica: benvenute nel paese dei Balocchi”. Richiamando la favola di Collodi, oltre cento persone vestite da Pinocchi aveva occupato l’ingresso del ministero per denunciare le dichiarazioni negazioniste di diversi esponenti del governo e gli investimenti in grandi opere dal pesantissimo impatto ambientale, dal Ponte sullo Stretto alla Diga di Genova. Dopo l’identificazione, la polizia aveva deciso di portare in Commissariato una quarantina di loro, tenendoli in stato di fermo per oltre otto ore, senza avvisare il PM come richiederebbe la procedura, e sequestrando striscioni e bandiere, senza rilasciare alcun verbale. Cinque di loro avevano inoltre ricevuto un foglio di via obbligatorio da Roma fino a tre anni. Dopo mesi di indagini preliminari, i legali di Extinction Rebellion comunicano oggi che il GIP del Tribunale di Roma ha deciso di archiviare le denunce, in quanto “gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole formulazione di condanna” come si legge sul documento.

Le azioni di Extinction Rebellion hanno più volte provocato commenti al limite della diffamazione da parte di esponenti politici e ministri dell’attuale Governo. A dicembre, quando furono colorate di verde le acque di diversi fiumi e canali d’Italia con la fluoresceina, Salvini dichiarava sui social media: “Multa e carcere per questi vandali!”. Toni decisamente differenti da quelli avuti dal ministro di fronte all’arresto per corruzione del governatore Toti, su cui proprio Salvini ha dichiarato “Non mi basta l’iniziativa di un giudice per sentenziare che qualcuno a Bari o a Genova è una persona per male. Tutti sono innocenti fino a prova contraria”. Ad essere innocenti, ad oggi, sono proprio le persone che avevano denunciato quelle politiche e che vengono costantemente attaccati a mezzo stampa. Quelle stesse politiche e procedure oggi sotto la lente di ingrandimento dell’ANAC (Agenzia Nazionale Anticorruzione) che evidenzia un forte aumento degli affidamenti diretti e procedure che rischiano di provocare un aumento significativo dei costi delle opere. Proprio come nel caso della Diga Foranea di Genova, una delle opere oggetto delle indagini della Procura di Genova, che per il ministro Salvini rappresenterebbe il “Rinascimento economico e infrastrutturale” della Superba.

Questa archiviazione si aggiunge alle numerose archiviazioni che sono arrivate a Extinction Rebellion negli scorsi mesi. Dalle archiviazioni delle denunce e i fogli di via alle persone che si erano appesi sul tetto dell’Oval a Torino fino quelle per chi aveva contestato la ministra Roccella al Salone del Libro. Tutte denunce surreali, come “violenza privata”, smentite poi dai PM. «Il clima di tensione è chiaro, ma noi viviamo in una democrazia e il nostro diritto a manifestare, come la magistratura continua a sottolineare, è tutelato dalla Costituzione. Non lasceremo che propaganda e repressione ci impediscano di denunciare l’inadeguatezza del governo nell’affrontare questa crisi» conclude Luca.

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