09 Jul 2023 - Extinction Rebellion Italia
Press
Roma, 9 luglio 2023 – Attivisti di Extinction Rebellion hanno appeso uno striscione sull’Altare della Patria: "Basta vittime climatiche sull'altare del profitto: no al fossile" e si sono poi incatenati. L’obiettivo è denunciare i finanziamenti del governo italiano all'industria dei combustibili fossili, responsabile più di ogni altro settore dell'attuale crisi ecoclimatica. Bendate alcune statue, invece, nel centro di Udine.
Questa mattina, alcuni attivisti di Extinction Rebellion hanno appeso uno grande striscione sull’Altare della Patria, per denunciare i finanziamenti del governo italiano all'industria dei combustibili fossili, responsabile più di ogni altro settore dell'attuale emergenza climatica. "Basta vittime climatiche sull'altare del profitto: no al fossile", si legge infatti sullo striscione. “Nonostante l’Italia si fosse impegnata con il patto di Glasgow a interrompere i finanziamenti pubblici al settore dei combustibili fossili a partire dalla fine del 2022, l'attuale governo italiano ha deciso di continuare lungo questa strada di sangue con oltre 41.8 miliardi di euro in nuovi sussidi ambientalmente dannosi, 13 dei quali investiti direttamente nell'industria fossile” afferma Dario, uno degli attivisti coinvolti. Le forze dell’ordine sono intervenute dopo circa mezzora, trascinando e strattonando gli attivisti nonostante le catene, provocando così diversi ematomi sulla loro pelle. Al momento, tutti gli attivisti si trovano in questura.
Secondo i dati analizzati dai Centri nazionali per la previsione ambientale (NCEP) del Servizio meteorologico nazionale del governo degli Stati Uniti, il 3 luglio era stato annunciato come il giorno più caldo mai registrato sulla Terra, con una temperatura globale media di 17.01°C. Nei giorni successivi, tuttavia, la temperatura globale della Terra ha continuato a salire bruciando tre record consecutivi. L'Italia, in particolare, è uno dei paesi europei che subiscono più di tutti le conseguenze della crisi climatica ed ecologica, con aumenti della temperatura più del doppio rispetto alla media globale: il territorio nazionale è infatti in media più caldo di 3°C rispetto al periodo preindustriale, riscaldamento che potrebbe superare i 5°C medi entro la fine del decennio, con picchi estremamente più alti nelle città. “Nonostante questa situazione inquietante, l'Italia continua ad essere il sesto Paese al mondo per investimenti nell'industria dei combustibili fossili” ribadisce Dario, facendo riferimento al rapporto di Legambiente e Recommon.
La protesta si inserisce in una mobilitazione nazione che Extinction Rebellion sta portando avanti in tutta Italia. Nelle settimane scorse, infatti, altre azioni di disobbedienza civile sono state effettuate a Bologna (in cui centinaia di attivisti avevano bloccato un tratto tangenziale-autostrada per manifestare contro la costruzione del Passante) e a Venezia, Genova, Milano e Treviso con sit-in, striscioni e sangue finto. Questa mattina, a Udine, un altro gruppo di attivisti ha bendato numerose statue della città e appeso su di esse dei cartelli con scritto "Emergenza in corso, apriamo gli occhi sulla crisi climatica" “Siamo in emergenza climatica e non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi, accettando che molte delle persone che stanno cercando di far emergere questa dura verità, vengano ridicolizzate e denigrate” dichiara Tommaso, attivista di Udine. La tipologia di azione è stata lanciata da Scientist Rebellion e viene ripetuta da mesi ogni domenica contemporaneamente in numerose città in tutta Europa e in Italia. Nei mesi scorsi aveva fatto scalpore il caso di un attivista 21enne di Scientists Rebellion e Fridays for Future che, dopo aver compiuto questa stessa azione a Vercelli, è stato prelevato dalla sua abitazione dalla polizia, portato in Questura e denunciato ai sensi dell'art. 518 del codice penale, per aver reso "in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali" tramite una semplice benda bianca. Si tratta dello stesso articolo del codice penale a cui fa riferimento il disegno di legge presentato ad aprile dal Ministro Sangiuliano, volto a introdurre pene più severe per chi “usa in modo illecito” i beni culturali. “In Italia, la cittadinanza preoccupata viene privata della propria voce: assistiamo a episodi di repressione nei confronti dell'attivismo climatico che diventano di giorno in giorno sempre più feroci” afferma Francesco, uno degli attivisti romani. “I veri criminali sono le aziende e le multinazionali come Eni e Shell, che continuano a trarre profitto dai combustibili fossili, condannando l’umanità all’estinzione”.
È proprio sui simboli delle città d’Italia, tra cui l'Altare della Patria - luogo si celebrano l'Unità d'Italia e le vittime dei conflitti mondiali del Novecento -, che Extinction Rebellion sceglie oggi di portare l'attenzione sulle inevitabili vittime, presenti e future, dell'emergenza climatica. L’obiettivo è quello di “denunciare la politica cittadina, regionale e nazionale, che non accenna a cambiare rotta nonostante i repentini cambiamenti che ci attendono nei prossimi anni”. “Chiediamo al governo di ascoltare la scienza e invertire immediatamente la rotta, mettendo in atto misure radicali ed efficaci per contrastare la crisi in atto” concludono.
Extinction Rebellion
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