17 Oct 2023 - Extinction Rebellion Italia
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Milano, 17 ottobre 2023 - Oggi si celebra presso il tribunale di Milano la terza udienza del processo a otto attivisti di Extinction Rebellion. Sono accusati di manifestazione non autorizzata e imbrattamento. Nel settembre del 2021, durante gli incontri preparativi alla COP26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), manifestarono per denunciare il fallimento della leadership mondiale, riunita a Milano in quei giorni per parlare di soluzioni alla crisi climatica
A poco più di un mese dalla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima (la COP28), oggi presso il Tribunale di Milano, si celebra la terza udienza del processo a otto attivisti di Extinction Rebellion. Sono accusati di “manifestazione non autorizzata” e “imbrattamento” per una manifestazione svoltasi nel settembre 2021, di fronte all’ingresso del Centro Congressi di Milano, il MiCo. Dal 30 settembre al 2 ottobre, infatti, mentre all’interno si svolgevano gli incontri sul clima dei rappresentanti di oltre 40 nazioni in preparazione della COP26, numerose azioni di protesta hanno animato la città di Milano, con l’obiettivo esplicito di denunciare il fallimento della leadership mondiale nel gestire la crisi ecoclimatica e riconoscerne la sua gravità.
I fatti contestati fanno riferimento, in particolare, a due episodi. Il primo, in cui due persone si arrampicarono con corde e imbraghi sulla grande cancellata dell’ingresso e disegnarono il simbolo di Extinction Rebellion sul telo della Conferenza. Una clessidra chiusa in un cerchio, che simboleggia il pochissimo tempo che rimane per salvare il pianeta e l’umanità dal caos climatico. Il reato di manifestazione non preavvisata fa invece riferimento a un secondo episodio, in cui altre persone diedero vita a uno spontaneo blocco del traffico proprio di fronte l’ingresso del MiCO, per attirare l’attenzione del pubblico e delle autorità sul tema. “Oggi, come due anni fa - dichiara Laura, una delle imputate - la risposta della politica alla gravità della crisi climatica e alle richieste dei cittadini è assolutamente insufficiente. Per questo siamo scesi in strada allora, con azioni di disobbedienza civile, perché come semplici cittadini abbiamo il diritto di avere risposte e il dovere di reagire a questa indifferenza”. Il 2021, nelle parole di tutti i commentatori, ha rappresentato un anno cruciale nella lotta al cambiamento climatico e la COP26 era ritenuta da molti osservatori autorevoli, tra i quali Sir David Attenborough, l’ultima chance per evitare un’alterazione incontrollabile del clima. Quello che venne concordato a Milano, in quei giorni, fu decisivo nel definire la politica mondiale sulla riduzione delle emissioni del prossimo decennio. Il resto è ormai purtroppo noto: la Conferenza di Glasgow si concluse ancora una volta senza l’impegno a eliminare carbone, petrolio e gas, con le immagini del Ministro per l’ambiente britannico, Alok Sharma, presidente della Conferenza che, trattenendo le lacrime, di fronte alle telecamere di tutto il mondo, diceva: “Chiedo scusa, mi dispiace profondamente”. Da allora sono passati solo due anni, ma l’accelerazione della crisi climatica è diventata evidente. Gli ultimi mesi sono stati funestati dagli orribili incendi dell’isola hawaiana di Maui e l’inondazione che ha travolta Derna, in Libia, che hanno provocato centinaia e migliaia di morti. Lo stesso accade anche in Italia, che nell’ultimo anno è stata ripetutamente colpita da ondate di calore estremo, incendi, alluvioni e grandinate senza precedenti.
L’umanità si trova oggi di fronte ad un imminente collasso climatico e sociale. Di fronte a questo, la leadership politica mondiale ha deciso di affidarsi alle compagnie petrolifere per trovare nuove soluzioni. La COP28, che si celebrerà a Dubai dal 1 al 12 dicembre, sarà infatti presieduta da Sultan Ahmed Al Jaber, l’amministratore delegato della compagnia petrolifera di stato degli Emirati Arabi Uniti. Una presidenza controversa e fortemente criticata, per gli interessi in conflitto che troverebbe a rappresentare. Eppure, otto persone sono oggi a processo per avere pacificamente provato a lanciare l’allarme, due anni fa, di fronte ad una conferenza che fu poi definita un grandissimo fallimento. Chi sono, quindi, i criminali?
Extinction Rebellion
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