Il Governo ha le mani sporche di sangue: protesta di extinction rebellion e bds a Boogna

21 Sep 2025 - Extinction Rebellion Italia
Press clima di guerra



Bologna, 21/09/2025 - Sit-in in Piazza Maggiore di Extinction Rebellion e BDS per denunciare la complicità dei paesi occidentali, e in particolare del governo italiano, nel genocidio in corso a Gaza. Quattro persone sedute sono state ricoperte di liquido rosso sangue, mentre uno schermo mostrava immagini strazianti da Gaza. “L’Occidente ha le mani sporche di sangue”.

Questo pomeriggio, in piazza Maggiore a Bologna, i movimenti Extinction Rebellion e BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) hanno realizzato un sit-in per denunciare la complicità dei paesi occidentali nel genocidio in corso a Gaza. Quattro persone, con le mani tinte di rosso, si sono sedute di fronte alla chiesa di San Petronio, impersonando i principali stati fornitori di armi a Israele: Stati Unirti, Germania, Francia e Italia. Poco dopo, i loro corpi sono stati cosparsi di liquido rosso a simboleggiare il sangue versato in questi due anni di genocidio, mentre dei cartelli accanto mostravano immagini provenienti da Gaza.

«L’Occidente ha le mani sporche di sangue» dichiara Clelia, una delle persone in piazza, «Paesi come l’Italia e la Germania, assieme agli USA, coprono la quasi totalità della fornitura di armi a Israele, mentre Francia e Inghilterra ne finanziano, soprattutto con le loro banche, le attività economiche e militari». Il 16 settembre 2025, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sul Territorio palestinese occupato ha infatti pubblicato un rapporto in cui si afferma che Israele ha perpetrato e continua a perpetrare atti di genocidio nella Striscia di Gaza occupata. Proprio la sera prima, lunedì 15 settembre, l’esercito israeliano ha lanciato l’operazione di invasione e occupazione da terra della Striscia di Gaza, congiunta a massicci bombardamenti su Gaza City. Operazioni militari possibili grazie al sostegno militare ed economico da parte dei paesi e delle aziende occidentali ad Israele, come denuncia anche il rapporto redatto dalla relatrice speciale ONU sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese. Contrariamente a quanto riferito dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani al question time in Senato, infatti, è vero che l’Italia non ha autorizzato più nuovi contratti di forniture militari a Israele dal 7 ottobre 2023, ma le consegne previste dai contratti già stipulati sono comunque proseguite. Solo pochi giorni fa è emersa la notizia del blocco, al porto di Ravenna, di due nuovi container carichi di esplosivi destinati a Israele. Questa volta a intervenire sono stati il sindaco Alessandro Barattoni e le autorità locali, che hanno vietato l’imbarco delle munizioni esercitando i loro poteri di azionisti del terminal portuale, dopo le numerose proteste dei portuali contro il transito di armamenti.

«Di fronte a un governo, quello italiano, che continua a sostenere il genocidio del popolo palestinese in violazione del diritto internazionale, tocca a noi fermarlo» sottolinea Clelia. «Da mesi portiamo avanti azioni di boicottaggio e campagne di pressione contro istituzioni, banche e multinazionali che da anni traggono profitto da un’economia fondata sullo sterminio deliberato di un popolo».  L’azione di oggi rientra infatti nell’ambito del Weekend di azione globale dal 18 al 21 settembre lanciato con un appello della società civile palestinese che chiede di mettere in atto azioni di disturbo di massa per porre termine alle complicità di governi, aziende, università e istituzioni che continuano a mantenere rapporti politici, istituzionali, economici e commerciali con Israele. “E domani scenderemo di nuovo in piazza, tutte insieme e in tutta Italia, per intensificare la pressione sul governo e ribadire con forza che l’indifferenza non è un’opzione». Il riferimento è allo sciopero generale, indetto per lunedì 22 settembre dai sindacati di base a sostegno della popolazione di Gaza e della Global Sumud Flotilla, la missione internazionale di aiuti umanitari che sta in questo momento navigando verso le coste della Palestina.

«Per ogni scelta rimandata, per ogni vittima ridotta a un numero, per ogni momento in cui perderemo il contatto con la Flotilla: scendiamo in piazza e blocchiamo tutto».

📸 Cartella con foto e video

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